obbligazioni
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

Obbligazioni: Cosa Sono? Scopri Tipologie, Rendimenti, Rating e Rischi delle Obbligazioni più Comuni

Ti appresti a leggere la guida alle obbligazioni più completa, quella che hai bisogno di mandare a memoria (e possibilmente di comprendere) prima di investire in bond.

Le obbligazioni sono uno strumento finanziario relativamente semplice, che tutti possono acquistare con un semplice deposito titoli.

Questo non vuol dire però – ed è sempre così quando parliamo di denaro, che possiamo acquistarle senza pensarci troppo.

Prima di investire anche soltanto 1 euro in questo tipo di titoli, dovremo conoscere a fondo come funzionano, come riconoscere quelle sicure da quelle meno sicure, se optare per una zero coupon o per un’obbligazione con cedola.

Guida all'articolo

Cosa sono le obbligazioni

Le obbligazioni non sono altro che un “pagherò”, una cambiale con interessi che riscuoteremo in genere ogni 6 mesi.

A tenere insieme l’enorme insieme del settore obbligazioni è il fatto che si tratti di titoli di debito, che offrono un interesse a chi presta il denaro.

Quando acquisti un’obbligazione (o bond, come viene chiamato in inglese questo titolo), stai effettivamente prestando denaro, in cambio di un certo tasso di interesse.

Le obbligazioni sono molto popolari tra i risparmiatori, perché sono un titolo semplice, spesso tassato in regime di favore e perché permette di modulare l’investimento anche sul lungo e lunghissimo periodo.

Non è detto però che questa sia la migliore opportunità che i piccoli e medi risparmiatori, magari con un profilo di rischio basso, abbiano a disposizione.

Nel corso della guida di oggi impareremo a riconoscere le obbligazioni, a individuare quelle che sono più convenienti e soprattutto ad evitare quelle più rischiose.

Ricordiamoci in apertura che anche per le obbligazioni vale la legge fondamentale della finanza: ad un rischio maggiore deve sempre corrispondere un rendimento maggiore e, viceversa, ad un rendimento alto corrisponde sempre un rischio altrettanto alto.

Obbligazioni statali

Sono le più comuni, sono quelle che comunemente chiamiamo titoli di stato. Tutti gli stati del mondo finanziano la spesa corrente e gli investimenti facendosi prestare denaro dai mercati.

I mercati – checché ne dicano i cospirazionisti – sono composti da milioni di piccoli risparmiatori, di investitori istituzionali, di banche e di altri soggetti che decidono, nel caso delle obbligazioni, di prestare denaro a questo o a quell’altro stato.

Le obbligazioni statali sono oggi parte fondamentale per il funzionamento di qualunque stato. Non ci risulta, almeno per il momento, che esistano stati anche minimamente sviluppati che non ricorrano alle obbligazioni per finanziarsi.

Il caso dell’Italia è emblematico. L’Italia ha debito, tutto espresso in titoli di stato, che è di circa 1,3 volte il prodotto interno lordo del Paese. Hai capito bene, se dovessimo smettere di spendere per ripagare il debito, riusciremmo a coprirlo nel giro di 15 mesi.

Questo breve calcolo, che è ovviamente una boutade, ci offre però una visione d’insieme su quanto sia fondamentale (e grande) il mercato delle obbligazioni statali.

Obbligazioni corporate

Discorso parzialmente diverso per le obbligazioni corporate. Sono molto simili a quelle statali, con la differenza che ad emettere questi titoli (e dunque a finanziarsi), non sono gli stati, ma delle aziende private.

Non tutte le aziende possono finanziarsi attraverso questo specifico mercato. In Italia, ad esempio, possono finanziarsi tramite obbligazioni solo le aziende S.p.A. e le SRL con limiti enormi per quanto riguarda il capitale sociale e i fondamentali. Nel caso delle SRL, le obbligazioni non possono essere collocate presso il pubblico retail, ovvero, non possono essere vendute a investitori non istituzionali.

Il mondo delle obbligazioni corporate è leggermente più speziato di quello dei bond statali: è maggiormente probabile che le aziende falliscano o che comunque non siano in grado di restituire il debito che hanno contratto.

Non è detto però che le obbligazioni corporate siano sempre più rischiose di quelle statali. Facciamo l’esempio di un’obbligazione venezuelana e un’obbligazione invece di un’azienda solida come JP Morgan Chase. Chiunque investirebbe con minori preoccupazioni sulla seconda delle entità che abbiamo appena citato.

Obbligazioni bancarie

Le obbligazioni bancarie altro non sono che obbligazioni corporate che vengono emesse da istituti bancarie. Stiamo prestando, per capirci, soldi ad una banca, che ce li restituirà a termine del titolo e nel frattempo ci pagherà gli interessi maturati.

Anche all’interno delle obbligazioni bancarie si trovano titoli molto sicuri e titoli estremamente pericolosi.

Il fatto di essere emesse dalle banche purtroppo non ci dice molto sulla vera natura del titolo. Indica semplicemente il fatto che a doverci restituire il denaro sarà un istituto bancario.

Le caratteristiche principali di un’obbligazione

Quali sono le caratteristiche principali da analizzare quando vogliamo scegliere un buon titolo obbligazionario per il nostro portafoglio?

  1. Emittente: a chi stiamo prestando i soldi? È un debitore affidabile? Ci sono rischi che non sia in grado di restituire il denaro preso in prestito? Il rischio principale delle obbligazioni è che appunto fallisca il soggetto al quale abbiamo prestato i soldi. Capirai bene che prestare denaro alla Germania o ad una banca sull’orlo del fallimento sono due investimenti molto diversi;
  2. Scadenza: le obbligazioni possono avere scadenze molto diverse tra loro. I BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro, hanno scadenza annuale, mentre i titoli a lunga scadenza possono anche superare i 50 anni. Mediamente più la scadenza è lontana, più il titolo deve essere considerato come rischioso;
  3. Rating: ci sono diverse agenzie di rating che svolgono il compito di assegnare un punteggio di affidabilità alle obbligazioni, o meglio, agli emittenti. Si parte da un AAA (tripla A) che indica i debitori più affidabili, per finire verso D, che vuol dire invece che si è praticamente in default. Non sono rari i casi in cui le agenzie prendano delle cantonate, almeno sul sottile. Questo non vuol dire però che non si tratti di uno strumento importante per valutare un’obbligazione;
  4. Tasso fisso o variabile: il tasso indicato sull’obbligazione può essere fisso oppure variabile, e potrebbe anche adeguarsi all’inflazione. Prima di accettare un titolo, verifica quale sarà l’eventuale andamento dell’interesse;
  5. Cedola: le obbligazioni più comuni staccano una cedola (ovvero pagano gli interessi maturati) ogni sei mesi. Non è raro vedere obbligazioni che offrono cedole annuali, oppure obbligazioni zero coupon, ovvero senza cedola, che rimborsano gli interessi con un sistema leggermente più complesso. Di queste ultime avremo modo di parlare più in dettaglio tra pochissimo.

Cosa sono le obbligazioni zero coupon?

Le obbligazioni zero coupon sono obbligazioni senza cedola, che retribuiscono il creditore con un sistema che – almeno al primo incontro – potrà sembrare controintuitivo:

  1. Immagina un’obbligazione dal valore di 100, con interesse del 10%, scadenza a 1 anno
  2. Se si trattasse di un obbligazione con cedola, riceveresti al sesto mese 5 euro (metà dell’interesse totale annuale) e alla scadenza riceveresti altri 5 euro di interessi, più il capitale versato;
  3. Se il titolo in questione fosse invece Zero Coupon, varrebbe comunque 100, ma tu lo pagheresti 90. Il sistema funziona in modo tale da venderti subito il titolo scontato dell’interesse che percepirai. Pagherai 90 e alla scadenza ti verrà riconosciuto invece un capitale pieno di 10.

Per chi è un piccolo investitore le differenze tra i due tipi di titoli possono essere ignorate. La differenza, sui titoli a lunga scadenza, è che nel computo della zero coupon in genere si tiene conto anche dell’interesse composto e se rinuncerai alle cedole potresti spuntare un guadagno leggermente maggiore sul medio e lungo periodo.

Cosa sono le obbligazioni subordinate?

Le obbligazioni subordinate sono obbligazioni maggiormente rischiose rispetto a quelle standard. Questo perché le obbligazioni subordinate, in caso di difficoltà o fallimento dell’emittente, vengono rimborsate dopo le obbligazioni ordinarie.

Immagina un’azienda con 30 milioni di euro di debito, costretta a fallire da mancanza di liquidità. Il curatore fallimentare riesce a mettere insieme 15 milioni di euro vendendo gli asset dell’azienda.

Con quei 15 milioni si rimborseranno prima gli altri creditori e soltanto dopo i titolari di obbligazioni subordinate.

La differenza con le obbligazioni ordinarie

La differenza principale con le obbligazioni classiche è appunto l’ordine in cui si viene rimborsati in caso di difficoltà. Le obbligazioni subordinate sono un titolo più rischioso e con rendimenti più elevati.

Puoi leggere il nostro approfondimento sulle obbligazioni subordinate se vuoi vederci più chiaro.

In linea di massima puoi ignorare le obbligazioni subordinate e evitare di investirci, a meno che tu non abbia bisogno di inserire in portafoglio manovre più speculative e con tassi di rendimento più alti.

Obbligazioni paese per paese: le più interessanti

Come abbiamo detto sopra, tutti gli stati si finanziano emettendo titoli di stato. Italia, Francia, Germania, Grecia, ma anche USA, Giappone, Venezuela e tutti gli altri stati del consesso mondiale.

Di seguito troverai un breve richiamo alle principali obbligazioni che interessano gli investitori, con poi un rimando ad un articolo di maggiore approfondimento.

Se vuoi vederci chiaro su obbligazioni delle quali hai sentito parlare, questa è la sezione giusta della guida.

Obbligazioni Venezuelane

Partiamo dalle obbligazioni venezuelane, che ormai da qualche anno sono sulla bocca di tutti a causa di rendimenti fuori dal comune, dovuti all’estrema inaffidabilità finanziaria del paese sudamericano.

Quello che in molti temevano si è in realtà verificato e il Venezuela ormai non paga le cedole da qualche mese.

Se hai investito o vuoi investire su questi titoli, leggi la nostra guida sulle obbligazioni venezuelane.

Obbligazioni greche

La Grecia esce da una delle crisi economiche più importanti della sua storia, che si è tradotta in una enorme crisi del debito greco, che ha portato in molti a sbarazzarsi di titoli che venivano considerati ormai spazzatura.

Il peggio è ormai passato e le obbligazioni greche viaggiano ormai su rendimenti più umani, tenendo conto anche del fatto che il grosso del debito è stato spalmato su un orizzonte temporale di 50 anni.

CDP Bonds / Obbligazioni Cassa Depositi e Prestiti

I CDP Bonds sono obbligazioni emesse dalla Cassa Depositi e Prestiti: si tratta di titoli che vengono dunque emessi dal più importante centro di investimenti istituzionali che fa capo alla Repubblica Italiana e che si è comportato storicamente, almeno in parte, come banca per lo sviluppo.

Il denaro raccolto tramite queste obbligazioni dovrebbe essere reinvestito su progetti di sviluppo del territorio, forse unico lato positivo di titoli che, a quel livello di rischio, hanno rendimenti davvero troppo bassi.

Non ce l’abbiamo particolarmente con la Cassa Depositi e Prestiti, ma se non sarà il patriottismo filantropico a muovervi, meglio rimanere lontani da questi titolo.

Le altre obbligazioni minori

Ci sono altri tipi di obbligazioni che dovremo, soprattutto per dovere di completezza, citare all’interno della nostra guida.

Obbligazioni senior

Sono titoli mediamente più sicuri e per questo a rendimento più basso. Sono la controparte delle obbligazioni subordinate: in questo caso infatti chi è in possesso di obbligazioni senior viene rimborsato con precedenza rispetto agli altri creditori.

Vale la pena ricordare però, come d’altronde sottolineiamo nella nostra guida dedicata alle Obbligazioni Senior che chi ha acquistato obbligazioni prima della nuova normativa sul Bail In, si troverebbe comunque in posizione meno privilegiata.

Obbligazioni BEI

Le obbligazioni BEI sono emesse dalla Banca Europea per gli Investimenti e sono grossomodo solide tanto quanto le obbligazioni tedesche. A renderle mediamente più rischiose è il fatto che possiamo acquistare Obbligazioni BEI in Lire Turche, Real Brasiliano, Yuan Cinese e in tante altre valute di paesi in via di sviluppo, che rendono questo investimento una sorta di puntata sul Forex.

Stiamo puntando non sulla solidità della BEI, ma piuttosto sulla capacità delle valute in questione di resistere nei confronti dell’Euro. Non è sempre un buon investimento, nonostante i rendimenti siano in genere parecchio alti.

Vuoi saperne di più? Eccoti la nostra guida alle obbligazioni BEI

Le obbligazioni sono rischiose?

Sì. O meglio, come tutti i titoli finanziari incorporano un certo livello di rischio. Hai fondamentalmente due rischi da affrontare:

  1. Il fallimento dell’emittente: in quel caso tornare in possesso del denaro che hai prestato potrebbe essere molto difficile, se non impossibile;
  2. Il cambiamento nell’affidabilità dell’emittente: in quel caso vendendo il titolo prima della scadenza, ti troverai ad aver perso una percentuale di denaro rispetto a quella investita.

Ad ogni modo non credere a chi vuole spacciarti le obbligazioni come titolo sempre sicuro e affidabile. Basta chiedere agli obbligazionisti di Banca Etruria, del Venezuela, della Grecia oppure ancora di Parmalat per avere contezza del fatto che, anche con le obbligazioni, qualcosa può andare storto.

Dicci la tua su questo articolo:

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (Voto: 5,00 su 5)
Loading...

Hai trovato l’articolo interessante? Condividilo con i tuoi amici!

Condividi su facebook
FACEBOOK
Condividi su twitter
TWITTER
Condividi su linkedin
LINKEDIN
Condividi su whatsapp
WHATSAPP
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO
cookie
Questo sito utilizza cookie anche di terze parti per migliorare l'esperienza utente, per motivi statistici e per permettere la funzionalità di alcuni elementi. Maggiori informazioni