Il capital gain dovrebbe essere un concetto fondamentale per chiunque investe sui mercati finanziari. Altro non è – come avremo modo di vedere più avanti nel corso della nostra trattazione – che il guadagno che si genera da attività finanziarie.
Parliamo dunque del guadagno che conseguiamo quando vendiamo un’azione, un’obbligazione, un ETF o qualunque altro tipo di titolo finanziario.
Le questioni che ci interessano maggiormente a riguardo sono sicuramente la tassazione, il trattamento specifico di alcuni titoli di stato, nonché l’eventuale applicazione possibile di un’imposta sostitutiva.
Se vuoi saperne di più sul capital gain, continua a leggere la guida che abbiamo preparato per te.
Guida all'articolo
Che significa Capital Gain?
Il capital gain è il guadagno che si consegue – e dunque la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto – con i nostri investimenti di capitale.
Non è un concetto soltanto delle borse. In realtà puoi ottenere capital gain anche investendo in:
- Azioni
- Obbligazioni
- Valute nel Forex
- Criptovalute
- ETF
- Fondi comuni di investimento
Tutto quello che è guadagno conseguito tramite attività finanziarie rientra dunque nella definizione di capital gain.
Il discorso è interessante in termini fiscali: il capital gain segue infatti delle specifiche aliquote e imposte, che non sono assimilabili a quelle sul reddito personale.
Come si calcola?
Si possono calcolare due tipi di capital gain, anche se è soltanto uno ad essere interessato da norme di carattere fiscale:
- Capital gain percentuale: interessante per chi vuole calcolare il ritorno sull’investimento di determinate attività;
- Capital gain effettivo: ovvero quanto denaro abbiamo guadagnato effettivamente con le nostre attività finanziarie;
È il secondo ad interessare esclusivamente il fisco e dunque i contribuenti italiani.
Il Capital Gain a fini fiscali si calcola esclusivamente dalla somma dei guadagni conseguiti, durante l’anno fiscale, con operazioni di carattere finanziario.
Capital Gain sui titoli di stato: tassazione
In realtà i titoli di stato dei paesi che non sono in blacklist è tassato al 12,5%, contro il 26% invece al quale è tassato genericamente qualunque altro tipo di capital gain.
Investire oggi in obbligazioni statali è dunque vantaggioso soprattutto perché i rendimenti sono tassati a meno della metà rispetto agli strumenti finanziari ulteriori.
Si tratta di un risparmio consistente, che però non sta spingendo moltissimi ad investire in obbligazioni, in quanto il rendimento medio di questo tipo di strumenti è, ormai da qualche anno, estremamente basso.
Quando crei il tuo portafoglio diversificato, devi sicuramente tenere in conto il fatto che sulle obbligazioni statali andrai a spendere meno in termini di tasse.
Non è sempre conveniente – come abbiamo detto poco sopra le obbligazioni statali rendono oggi spesso meno di zero!
Capital Gain: tassazione generica
Per quanto riguarda invece gli altri guadagni di carattere finanziario, sono generalmente tassati al 26%, a prescindere da aliquote IRPEF e altri tipi di tassazione personale o societaria.
I redditi da Capital Gain vengono inseriti, in sede di dichiarazione fiscale sotto la voce Redditi diversi.
Calcolare il capital gain per conto proprio: regime dichiarativo
Il regime dichiarativo prevede che sia il contribuente a calcolare il capital gain.
Si deve ricorrere a quello che in gergo è chiamato Metodo LIFO, ovvero del Last In, First Out – o in italiano, l’ultimo ad entrare è l’luteo ad uscire.
Che vuol dire in parole povere? Vuol dire che dovremo cominciare dall’ultimo investimento chiuso e risalire fino al primo dell’anno fiscale in corso.
Se hai posizioni finanziarie complesse o comunque numerose – il consiglio di CIVI.CI è di affidarsi ad un professionista, che può ricostruire con certezza il portafoglio, i movimenti e di conseguenza il capital gain.
Capital Gain e imposta sostitutiva
Non esiste imposta sostituiva per il capital gain. Quello che esiste è il regime amministrato, ovvero un regime dove sarà l’intermediario finanziario a calcolare la ritenuta d’acconto e sottrarla direttamente alla fonte.
SIM, banche, assicurazioni e broker in genere applicano un regime amministrato, che è sicuramente più semplice per il contribuente, ma che apre all’impossibilità, talvolta, di scalare le perdite dai guadagni.
Fare da sé può essere più economico e conveniente, ma sicuramente più scomodo.
Continua a seguire CIVI.CI per imparare ad investire con i nostri trucchi e migliorare le tue posizioni finanziarie e la redditività del tuo capitale.
Per il resto, non farti spaventare dal capital gain e dall’imposizione fiscale. Se avrai qualcosa da pagare, sarà perché i tuoi investimenti avranno generato guadagni!